Nei dibattiti riguardo alla migrazione irregolare in Europa, il lavoro non dichiarato è generalmente considerato un fattore “di richiamo”—inteso come l’insieme di vantaggi che attraggono chi lascia la propria casa per migrare in un paese di destinazione- sia per i datori di lavoro sia per potenziali migranti, in particolare nel settore agricolo. Un’osservazione ravvicinata della filiera agroalimentare rivela che sono le forze strutturali a guidare la domanda del lavoro ed incentivare lo sfruttamento. Questo è particolarmente evidente nel Sud Italia, dove organizzazioni della società civile ed i media hanno documentato lo sfruttamento di lavoratori e lavoratrici migranti.
Ne Migrazioni e lavoro agricolo in Italia: le ragioni di una relazione problematica gli autori—da Open Society European Policy Institute e dall’Istituto Universitario Europeo—analizzano come la Politica Agricola Comune (PAC) europea, le pratiche della grande distribuzione organizzata e l’intermediazione illecita di caporali contribuiscano allo sfruttamento dei lavoratori e lavortrici migranti. Lo studio raccomanda sforzi ulteriori da parte dei decisori politici italiani e dall’UE al fine di contrastare lo sfruttamento. Offre inoltre una veduta d'insieme sulle pratiche del settore privato atte alla tutela dei lavoratori: tra queste, il fornire informazioni sui diritti, alloggi e trasporti adeguati e sistemi di etichettatura europei per il controllo qualità.
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A Promising Step
Q&A: Progress for Migrant Workers in Italy
![Migrant workers from Sri Lanka harvest vegetables, in Caserta, Italy, on April 9, 2020. Photo credit: © Salvatore Esposito/contrasto/Redux](https://opensocietyfoundations.imgix.net/uploads/e4110f2e-a42f-471a-90bc-3aecb2f02d92/20200526-esposito-italy-migrant-workers-coronavirus-3000.jpg?auto=compress%2Cformat&fit=min&fm=jpg&h=200&q=80&rect=0%2C125%2C3000%2C1875)
The government of Italy’s COVID-19 stimulus proposal includes measures to protect migrant laborers working in some of the country’s most important industries. While this is welcome news, more is needed.
Hope on Lesvos
Q&A: Forging a Bond between Locals and Refugees
![A young refugee from Syria, in Mytilene, Greece, on March 9, 2016. Photo credit: © Alexander Koerner/Getty](https://opensocietyfoundations.imgix.net/uploads/12549980-5173-4738-bdae-ab985e31dcbe/20200117-koerner-greece-lesbos-3000.jpg?auto=compress%2Cformat&fit=min&fm=jpg&h=200&q=80&rect=0%2C125%2C3000%2C1875)
The Greek island of Lesvos remains at the frontlines of refugee arrivals to Europe. Currently, more than 21,000 refugees are held there. A grassroots group called the Starfish Foundation is working to improve the lives of locals and refugees.
Coltivando la comunità
Un orto cresce a Lampedusa
![Un volontario e dei bambini di quarta elementare piantano insieme dei semi nell’orto di Terra!, nel centro di Lampedusa. © Clara Vannucci per Open Society Foundations A group of kids and an adult gardening](https://opensocietyfoundations.imgix.net/uploads/461f4ec1-2028-4719-9e41-dc3900d21150/1-l1180383.jpg?auto=compress%2Cformat&fit=min&fm=jpg&h=200&q=80&rect=0%2C197%2C4724%2C2952)
Sull'isola mediterranea di Lampedusa, che resta al centro dei flussi migratori verso l’Europa, gli abitanti stanno recuperando la tradizione agricola e costruendo una comunità—un antico seme alla volta.